Convidadas/os confirmadas/os

La zona grigia della grammatica e i colori accesi del dibattito linguistico

Mediação/modera: Elisabetta Santoro
07/11 10h-12h

Fabio Rossi

Si ripercorreranno le tappe fondamentali del dibattito attuale sull'italiano secondo i metodi di ricerca sulle ideologie linguistiche e sul discorso dei media. Verranno affrontati temi quali il genere maschile/femminile e il linguaggio inclusivo, il nuovo plurilinguismo e il rapporto italiano-dialetti nelle produzioni audiovisive, i dubbi dei parlanti e le oscillazioni delle grammatiche su alcuni fenomeni morfosintattici, l'atteggiamento nei confronti del cambiamento linguistico, l'esigenza di (ri)definire usi, forme e costrutti alla luce delle trasformazioni dell'italiano del terzo millennio.

Fabio Rossi è professore ordinario di Linguistica italiana all'Università di Messina. Le sue ricerche vertono soprattutto sulla lingua della musica (trattatistica cinque-secentesca, librettistica sette-ottocentesca), il parlato dei media (specialmente del cinema italiano e doppiato), l'analisi sintattica e pragmatica della lingua parlata, la didattica dell'italiano (anche come lingua straniera) e le ideologie linguistiche. Ha pubblicato, tra l'altro, vari volumi su questioni grammaticali, collabora con siti di consulenza linguistica e con l'Istituto della Enciclopedia Italiana Treccani per la stesura di dizionari, enciclopedie e grammatiche. Organizza corsi di formazione e aggiornamento per docenti di italiano, per conto della Fondazione I Lincei per la scuola. Ha appena pubblicato, con Fabio Ruggiano, una Grammatica Treccani per le scuole (Treccani, Giunti Paravia, 2022). Codirige per Cesati, con Fabio Ruggiano, la collana Italiano di oggi. I suoi ultimi libri: Lingua italiana e cinema. Nuova edizione, Roma, Carocci, 2023 e, con Elvira Assenza e Fabio Ruggiano, Manuale di linguistica italiana, Milano, Pearson, 2023.

Tra canone e controcanone: lingua, letteratura, traduzione

Mediação/modera: Erica Salatini
08/11 10h-12h

VERA GHENO

Tra norma e margini linguistici: cosa sta succedendo all'italiano?

A cent'anni dall'Unità d'Italia, negli anni Sessanta del Novecento, si è potuta dire realizzata l'ambizione di Massimo D'Azeglio di "fare gli italiani", portandoli a parlare una koiné, una lingua comune per tutta la Penisola. Tuttavia, i successivi sessant'anni rappresentano un momento particolare per la nostra lingua: tensioni centrifughe di ogni tipo sembrano avere turbato lo status quo, tanto che non sono poche le persone che pensano che l'italiano stia inevitabilmente decadendo sotto i colpi dei neologismi, delle rivendicazioni identitarie, della pressione delle altre lingue, soprattutto dell'inglese, dei giovanilismi. Qual è la situazione attuale, quali sono le reali criticità? Davvero l'italiano si sta impoverendo... o forse il tutto può essere analizzato sotto una luce differente? E se fossero solo inevitabili dolori di crescita di una lingua adolescente?

Vera Gheno sociolinguista, traduttrice dall'ungherese e divulgatrice, ha collaborato per vent'anni con l'Accademia della Crusca e per quattro anni con la casa editrice Zanichelli. Ha insegnato come docente a contratto all'Università di Firenze per 18 anni; da settembre 2021 è ricercatrice di tipo A presso la stessa istituzione. La sua prima monografia è del 2016: "Guida pratica all'italiano scritto (senza diventare grammarnazi)"; del 2017 è "Social-linguistica. Italiano e italiani dei social network" (entrambi per Franco Cesati Editore). Nel 2018 è stata coautrice di "Tienilo acceso. Posta, commenta, condividi senza spegnere il cervello" (Longanesi). Nel 2019 ha dato alle stampe "Potere alle parole. Perché usarle meglio" (Einaudi), "La tesi di laurea. Ricerca, scrittura e revisione per chiudere in bellezza" (Zanichelli), "Prima l'italiano. Come scrivere bene, parlare meglio e non fare brutte figure" (Newton Compton), "Femminili singolari. Il femminismo è nelle parole" (EffeQu); è del 28 aprile 2020 l'ebook per Longanesi "Parole contro la paura. Istantanee dall'isolamento". Nel 2021 pubblica "Trovare le parole. Abbecedario per una comunicazione consapevole" (con Federico Faloppa, Edizioni Gruppo Abele) e "Le ragioni del dubbio. L'arte di usare le parole (Einaudi)". È del 2022 "Chiamami così. Normalità, diversità e tutte le parole nel mezzo" (Il Margine). Nel 2023 ha curato "Parole d'altro genere. Come le scrittrici hanno cambiato il mondo" (BUR), e ha pubblicato Galateo della comunicazione (Cesati).

Patrícia Peterle (UFSC)

Cucire le parole, soffiare lontano

Forse siamo tutti concordi nel sentir dire che 'la traduzione non è neutra'. E qui, d'altra parte, siamo già davanti ad un'aporia; cioè se da un lato sappiamo che non esiste la traduzione, proprio perché ogni traduzione parte da un'esperienza, da un hic et nunc, per cui non sarà mai uguale e non potrà mai ripetersi, dall'altro abbiamo la necessità di rinchiudere o incastrare le cose in determinate categorie, pur essendo consapevoli della loro precarietà. In tal senso, una traduzione che pensa al «trasporto del significato intatto in un significante veicolare indifferente», secondo Derrida, è appunto la meno «rilevante». La presunta neutralità si spezza come il «teso ghiaccio che s'incrina» proprio perché nella felicità di una traduzione, per dirla con Montale, «si cammina / […] sul fil di lama». Stare su questo fil di lama, su questa lastra di ghiaccio fragile che a qualsiasi momento può rompersi, è senz'altro un rischio; un rischio rilevante e una risposta data dal rapporto mai neutro che si stabilisce nella lettura di un testo. Tradurre non può essere allora solo il miglior modo di leggere un testo, se si pensa alla decifrazione, ma si presenta appunto come complessa operazione in mezzo all'ordito del testo. La proposta è dunque quella di stimolare una riflessione sulla traduzione come operazione di ascolto dell'altro, per certi versi catastrofica, che scardina dei riferimenti e scava nella sua intimità una sopravvivenza nel punto in cui cerca di restituire ciò che non è restituibile.

Patricia Peterle professora de Literatura Italiana na UFSC, tradutora e poeta. Tem doutorado em Letras Neolatinas pela UFRJ, Pós-doutorado em História pela UNESP e em Poesia Italiana pela Università di Genova. Atua também na Pós-graduação em Língua, Literatura e Cultura Italianas da Universidade de São Paulo e é pesquisadora do CNPq. Traduziu vários autores italianos: Giovanni Pascoli, Giorgio Caproni, Enrico Testa, Eugenio De Signoribus, Maria Grazia Calandrone, Andrea Zanzotto, Giorgio Agamben, Roberto Esposito, Franco Rella. Escreveu e organizou diversos ensaios publicados no Brasil e na Itália. Seu livro mais recente é À escuta da poesia que saiu em 2023 pela Relicário. Outros livros são no limite da palavra: percursos pela poesia italiana (2015), Vozes: cinco décadas de poesia italiana (2018), A palavra esgarçada: poesia e pensamento em Giorgio Caproni (2018). Atualmente coordena o projeto Conectando Culturas (Edital Pró-Humanidades – CNPq), que envolve instituições brasileiras, argentinas e italianas

Johnny L. Bertolio

Controcanoni intersezionali: generi, identità, migrazioni e neurodivergenza in letteratura

A partire dal Risorgimento si è imposta in Italia una selezione di autori "aurei" da proporre come modelli nelle scuole, per esortare le giovani generazioni a celebrare la patria unificata, compatta e liberata dallo "straniero". Il canone letterario che si è così formato e che è arrivato fino a oggi non si limita a elencare i nomi e le opere considerate migliori, ma delinea un profilo di autore dalle caratteristiche ben precise: politicamente impegnato; anticlericale; linguisticamente toscano; cantore di una donna lontana e quasi sempre muta. Simili criteri hanno automaticamente escluso chi non vi si conformava: poeti dialettali o "maledetti", cortigiane, scrittori e scrittrici omosessuali o non italiane di origine. Tuttavia, la letteratura italiana è ricchissima di autori e autrici che non seguono quell'unico paradigma e che invece propongono, anche nelle loro biografie, personaggi, trame, rappresentazioni diverse. Queste non intendono sostituire gli autori canonici, con cui anzi sempre dialogano, ma suggerire l'idea che ogni manifestazione letteraria conta, nonostante le manipolazioni o le rimozioni. Leggere e studiare autori e autrici che hanno affrontato precocemente temi e dati quali la disparità di genere, le identità sessuali non conformi, le migrazioni, la neurodivergenza può aiutare a delineare uno e più controcanoni che, in ottica intersezionale, consentano di rivedere la storia della letteratura italiana secondo criteri meno rigidi. Nella scuola, questa nuova prospettiva permette di avvicinare i testi, compresi quelli canonici, analizzandone le rappresentazioni plurali e di suggerire a lettori e lettrici un più genuino rispecchiamento.

Johnny L. Bertolio si è diplomato alla Scuola Normale Superiore di Pisa e ha conseguito il PhD alla University of Toronto, dove ha maturato una variegata esperienza nella didattica dell'italiano. Attualmente collabora con Loescher come autore, redattore e formatore nell'ambito umanistico, con iniziative volte a promuovere la parità di genere e a valorizzare la diversity a scuola. Ha pubblicato Il trattato De interpretatione recta di Leonardo Bruni (2020), Le vie dorate. Un'altra letteratura italiana: da san Francesco a Igiaba Scego (2021), Controcanone (2022), oltre a saggi e articoli su Dante, Boccaccio, Umanesimo e Rinascimento, Marino e Leopardi. Scrive per la rivista La ricerca.

O italiano como língua de herança: espaços democráticos de confluências culturais

Mediação/modera: Karine Marielly R. da Cunha
09/11 10h-12h

FERNANDA LANDUCCI ORTALE

Língua de herança no Brasil: pesquisas e iniciativas junto às comunidades

Nesta exposição, apresentamos um panorama dos estudos sobre o italiano como língua de herança realizados no Brasil, os seus impactos no ensino, na formação de professores e na formulação de políticas públicas. Focalizaremos, ainda, as diferentes ações no âmbito de materiais didáticos e de vivências produzidos para/em comunidades e núcleos familiares de descendentes de italiano.

Fernanda Ortale é Professora titular da Universidade de São Paulo. Doutorou-se em Linguística Aplicada pela UNICAMP e realizou o Pós-Doutorado na Universidade de Aveiro. Dedica-se a pesquisas sobre ensino e formação de professores de italiano como língua estrangeira e de herança. É autora do livro Introdução ao pós-método no ensino de línguas (2023) e é coordenadora do Núcleo de Estudos de Cultura e Língua de Herança (www.nuclih.com).

LUCIANA LANHI BALTHAZAR

Talian: definição, descrição e proposta de ensino no Brasil

O Talian é uma língua de herança brasileira e Língua de Referência Cultural Brasileira (IPHAN/MinC, 2014) que nasce da necessidade de comunicação entre os imigrantes italianos que chegaram ao Brasil falando diversas línguas do norte da Itália no final do século XIX. Nesta apresentação, será dada uma definição da língua taliana cunhada no Brasil e, além disso, será feita uma breve descrição do Talian falado na região de Curitiba (PR). A apresentação da análise será feita levando em consideração o contato linguístico entre o Português Brasileiro (PB) e o Talian, a nível lexical, fonético/fonológico, discursivo e morfossintático. A partir dessas discussões será apresentada uma proposta de ensino para brasileiros. O livro "Mi parlo Talian – Curso de língua e cultura taliana para brasileiros" (BALTHAZAR, L. B. e SANTOS, J. V. P., 2023), recém-lançado, valoriza todos esses aspectos centrais de concepção do Talian e coloca os detentores no centro do processo de ensino/aprendizagem. A fundamentação teórica subjacente ao material está associada à abordagem por tarefas (ELLIS, 2003) e à abordagem intercultural (FREIRE, 1992, 1993, 2001).

Luciana Balthazar é Professora Adjunta do Curso de Letras Italiano no Departamento de Letras Estrangeiras Modernas na Universidade Federal do Paraná (UFPR). Doutora em Letras (2016) pela UFPR e Mestre em Educação (2009) pela Universidade Federal de Santa Catarina (UFSC). Atua na área de formação de professores de italiano, produção de materiais didáticos e Sociolinguística.

SABATINO ALFONSO ANNECCHIARICO

Influenza delle lingue e dei dialetti degli italiani nel lessico e cultura degli argentini

Breve introduzione su come la storia di oltre 150 anni d'emigrazione italiana in Argentina ha inciso nel lessico degli argentini modulando, in modo indelebile, la loro diversità culturale generando i due fenomeni linguistici senza precedenti: il cocoliche e il lunfardo.

Sabatino Alfonso Annecchiarico è Coordinatore Emerito della Rete di Scienziati Argentini in Italia del Programma RAICES del Ministero della Scienza, Tecnologia e Innovazione della Repubblica Argentina. Membro del Centro di Ricerca sui Fenomeni Linguistici e Culturali dell'Università degli Studi dell'Insubria (Varese-Como) e docente nel corso di Laurea in Scienze e Tecniche della Comunicazione della medesima Università. È scrittore, saggista e giornalista iscritto presso la Farnesina, nonché socio della Stampa Estera in Italia.

Bahia e Italia, metamorfosi tropicali. Quattro secoli di contatti, scambi e trasformazioni culturali

Mediação/modera: Jadirlete Cabral
09/11 10h-12h

Le relazioni che verranno presentate nel corso della tavola rotonda affronteranno il tema generale del congresso – "trasformazioni, ibridazioni e (ri)definizioni" –, mettendo a fuoco alcuni momenti, tra Seicento e Novecento, nel corso dei quali cultura, la società e l'intellettualità bahiana sono entrate in rapporto, nella chiave sia della metamorfosi sia dell'appropriazione, con la realtà italiana. Se Francesco Guardiani si occuperà degli elementi di modernità portati a Bahia da alcuni gesuiti italiani, Nino Rico parlerà dell'influenza italiana sull'architettura di Bahia, ponendo un particolare accento sui progettisti baiani dell'Ottocento. Yuri Brunello, invece, si occuperà di due traduzioni dantesche elaborate da intellettuali bahiani nel secondo Ottocento, insistendo sul fatto che a Bahia, anche a causa della realtà dello schiavismo, nasce un nuovo modo di guardare a Dante in Brasile. Márcia Rios, infine, mostrerà come la letteratura di Amado tradotta in Italia aiuti a profilare una particolare idea di baianità.

Francesco Guardiani

Francesco Guardiani è Professor Emeritus del Department of Italian Studies dell'University of Toronto. Ha pubblicato numerosi saggi e monografie, tra cui La meravigliosa retorica dell'"Adone" di G.B. Marino (Olschki, 1989) e Napoli città mondo nell'opera narrativa di Francesco Mastriani (Franco Cesati Editore, 2019). Contributi vari sul tema della letteratura barocca, della teoria della letteratura, della letteratura del Novecento sono apparsi su riviste italiane e straniere quali "Quaderni d'italianistica", "Critica letteraria", "Italica", "Il lettore di provincia", "Nuovi argomenti," "Rivista di estetica," "Italienisch," "Convivium," "Colloquium Helveticum," "McLuhan Studies", "The Review of Contemporary Fiction," "Symbolon," "Cenobio," "Allegoria," "Forum italicum.".

 

 

 

Nino Rico

Nino Rico si è laureato con lode in architettura all'università La Sapienza di Roma e ha ottenuto un Master in architettura all'università di Toronto, dove ha anche lavorato come assistente in corsi di progettazione. Ha svolto un'intensa carriera di progettista a Toronto, specializzandosi in progetti religiosi e commerciali, ottenendo vari riconoscimenti professionali. La sua principale area di interesse accademico è la teoria e la storia dell'architettura e della progettazione urbana, dal periodo barocco a quello eclettico, con diverse pubblicazioni sull'argomento. Ha partecipato a conferenze in Canada, Italia, Brasile e Messico sul tema dell'influenza dell'architettura italiana all'estero.

 

 

Márcia Rios da Silva

Márcia Rios da Silva è docente di Letteratura all'Universidade do Estado da Bahia. Professoressa permanente del Programa de Pós-Graduação em Estudo de Linguagens/PPGEL dell'UNEB, ne è stata coordinatrice nel periodo 2006-2010 e 2016-2020. Dal 2010 al 2014 ha coordinato il Programma DINTER/Dottorato interistituzionale/CAPES, in collaborazione con PUC-RS/PPGL. Nel 2006 ha pubblicato il libro O rumor das cartas: um estudo da recepção de Jorge Amado (EDUFBA). Pubblica regolarmente su periodici qualificati in ambito accademico.

 

 

 

Yuri Brunello

Yuri Brunello è docente di letteratura italiana presso il Departamento de Letras Estrangeiras dell'Universidade Federal do Ceará. Ha ottenuto il Dottorato di Ricerca all'Università La Sapienza di Roma nel 2012. Nel 2015 è stato visiting scholar presso la Stanford University (USA). Ha pubblicato la monografia Nelson Rodrigues pirandelliano nel 2016, mentre l'anno seguente ha curato l'edizione italiana degli scritti di Gramsci su Pirandello (La smorfia più che il sorriso). Nel 2022 è diventato ricercatore di produttività CNPq PQ2.

Scrittrici e scritture: esperienze translingui

Mediação/modera: Tatiana Fantinatti
10/11 10h-12h

A mesa redonda propõe o debate e a troca de experiências entre escritoras que vivem entre línguas e culturas, que se autotraduzem e/ou escrevem em mais línguas e que carregam - de uma língua para a outra, de um país para o outro, de uma cultura para a outra - vivências, histórias, personagens, sentimentos e percepções. Poesias, romances, ensaios e outras formas de escrita são os instrumentos que, em um movimento de dentro para fora e de fora para dentro, conectam, expressam, fazem refletir.

Prisca Agustoni

LE FRONTIERE INVISIBILI NELLA SCRITTURA MULTILINGUE

Attraverso l'esemplificazione di miei testi, scritti in più lingue (o auto-tradotti), intendo riflettere sulle sfide e i complessi processi creativi affrontati da chi, come nel mio caso, scrive in più lingue e si rapporta a una realtà plurale. In particolare, vorrei riflettere sull'impatto che la scrittura multilingue ha sulle diverse versioni dei testi (originale, traduzione) e anche sul rapporto che essi stabiliscono con le diverse tradizioni letterarie con le quali dialogano.

Prisca Agustoni, poeta, traduttrice, è nata a Lugano (Svizzera), si è laureata in Lettere e Filosofia all'Università di Ginevra e ha un Master in Gender Studies presso la stessa Università. Dal 2002 vive tra la Svizzera e il Brasile, dove insegna letteratura italiana e comparata presso l'UFJF, occupandosi di scrittura creativa e traduzione, oltre che di rapporti tra poesia e paesaggio ed eco critica. Scrive in italiano, francese e portoghese, e si auto traduce in queste lingue.

 

 

Mia Lecomte

Attraverso, converso: per un poetico altrove

Le migrazioni planetarie, risultato dei capovolgimenti storici e politici della fine del secolo scorso, stanno sconvolgendo in maniera sempre più importante gli attuali ordinamenti nazionali e sottoponendo le popolazioni a una nuova mescolanza identitaria e linguistica, con il risultato di culture ibride e la messa in discussione della legittimità dei canoni letterari nazionali. Le letterature multilingui transnazionali tracciano la mappa sempre più vasta di un nuovo universo letterario costituito da scrittori ubiquitari, non classificabili, la cui produzione narrativa e poetica sfugge alle definizioni di genere ed enfatizza i processi linguistici insiti in queste scritture in transito. Come si inserisce l'Italia in questa nuova scena letteraria multilingue? Con quali risultati e quali prospettive? Grazie al mio personale percorso di poetessa e scrittrice, di fotografa, di traduttrice, di studiosa e artefice di dinamiche e progetti transnazionali – tra gli altri, la creazione dell'ensemble poetico-teatrale della Compagnia delle poete e dell'agenzia letteraria Linguafranca – cercherò di aprire varchi di riflessione a suggerire una via poetica per il passaggio di frontiere, per la condivisione e il dialogo letterario e artistico al di qua e al di là di lingue e culture.

Mia Lecomte (Milano, 1966) è una poetessa e scrittrice italiana di origine francese. Tra le sue pubblicazioni più recenti si ricordano: la silloge poetica Lettere da dove (2022) e il libro per bambini Gli spaesati/Les dépaysés (2019). Ha partecipato a numerosi Festival internazionali di poesia e le sue poesie sono state tradotte in diverse lingue e pubblicate all'estero in riviste, antologie e raccolte monografiche, tra cui For the Maintenance of Landscape (2012), Là où tu as ton corps (2020. Prix Vénus Khoury Ghata 2021). Traduttrice dal francese, svolge attività critica ed editoriale nell'ambito della letteratura transnazionale italofona, a cui ha dedicato alcune antologie e il saggio Di un poetico altrove. Poesia transnazionale italofona (1960-2016) (2018). È redattrice di alcune riviste letterarie italiane e straniere e collabora all'edizione italiana de «Le Monde Diplomatique». Nel 2017 ha fondato a Parigi l'agenzia letteraria transnazionale Linguafranca (www.linguafrancaonline.org). È ideatrice e membro della Compagnia delle poete (http://www.compagniadellapoete.com/).

 

 

Claudiléia Lemes Dias

Scrittrici Sudamericane in Italia: la decostruzione degli stereotipi attraverso i racconti editi dal Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre

Negli ultimi due decenni, grazie a numerosi concorsi letterari ed iniziative culturali destinate ai migranti, in Italia una folta produzione letteraria scritta direttamente in italiano da donne Sudamericane è emersa e si è fatta apprezzare. Sebbene la maggior parte delle opere siano incentrate sul tema degli stereotipi e dei pregiudizi sulle proprie culture o etnie di origine, emerge potentemente negli scritti l'amore incondizionato per la nuova lingua adottata, le città d'arte e la tradizione culinaria del paese di approdo, trasmessa poi ai figli come principale dono materno ed elemento che porterà loro ad affrontare con maggiori risorse le sfide imposte da una società non sempre aperta al cambiamento ed abbarbicata a delle tradizioni statiche. Grazie alla realtà del Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre, un progetto permanente della Regione Piemonte e del Salone internazionale del Libro di Torino, ideato nel 2005 dalla giornalista piemontese Daniela Finocchi, oltre diecimila donne di diverse provenienze hanno potuto raccontarsi negli ultimi diciotto anni. La pubblicazione annuale dei racconti vincitori e più apprezzati dalla critica, scelti da una giuria di letterate e studiose del pensiero femminile, ci offre un prezioso materiale di analisi sullo sguardo delle donne arrivate dal "nuovo" al "vecchio mondo", le loro vicissitudini, paure, incertezze, contraddizioni, stupori, speranze e voglia di comunicare, permettendoci di comprendere meglio l'Italia di oggi e di immaginare quella del futuro.

Claudiléia Lemes Dias (1979) è laureata in Legge (Pontificia Università Cattolica del Paraná), Master in Mediazione Familiare (Centro Europeo di Mediazione Familiare) e Tutela Internazionale dei Diritti Umani (l'Università La Sapienza di Roma). Ha pubblicato romanzi e racconti con Mangrovie Edizioni, Fazi Editore, Erudita, Infinito Edizioni, Seb 25 e vinto il Concorso Letterario Nazionale Lingua Madre (Salone Internazionale del Libro di Torino), il Premio Letterario Internazionale Europa, Premio Scrivere Altrove, Premio Città D'Arce e Premio Sabaudia Cultura. Dal 2020 si dedica alla saggistica politica e al giornalismo. Il suo blog "Arte di Salvarsi", dedicato alle vittime di violenza domestica e psicologica ha raggiunto oltre 13milioni di visualizzazioni.