TÍTULO DO SIMPÓSIO:
GABRIELE D'ANNUNZIO NELLE SUE VARIE RIVERBERAZIONI ARTISTICHE
Antonio Sorella (UD'A)
Una delle maggiori acquisizioni della critica letteraria tra la fine delsecolo scorso e i primi decenni del nostro secolo è stata la rinuncia aicosiddetti “precorrimenti”. Eppure, due anni fa, in occasione del centenáriodantesco, c’è chi ha avuto il coraggio di definire Dante un “uomo del nostrotempo”, anche se per fortuna grandi intellettuali come Alessandro Barbero hannosottolineato quanto fossero profondamente medievali il pensiero e l’opera delgrande fiorentino. Nonostante tutto ciò, più si approfondisce con acribiascientifica l’opera di d’Annunzio, più ci si accorge di tante intuizioni di unuomo di cultura che è riduttivo chiamare “vate”, o poeta, come fu definito alungo, perché spaziò in molteplici campi del sapere, dal costume alla língua,dall’antropologia all’arte, dalla musica alla politica, dal giornalismo allapubblicità, dal cinema alla fotografia, dai diritti umani e al suffragiouniversale alla parità dei generi e alla libertà sessuale. Grazie soprattuttoagli studi di Giordano Bruno Guerri oggi sappiamo che per iniziativa did’Annunzio fu elaborata la carta del Carnaro, che ancora oggi è considerata lacostituzione più avanzata mai promulgata. Quanto alla modernità degliatteggiamenti di d’Annunzio, basti ricordare la sua polemica contro lesuperstizioni e il maschilismo nella Figlia di Iorio, il suo amoreper il cinema, la musica, il teatro, l’arte. Persino nella fotografia enell’antropologia fu all’avanguardia, perché si recò nell’entroterra abruzzeseinsieme con l’amico Francesco Paolo Michetti per immortalare i modelli di vitadell’Abruzzo “barbarico”, non solo negli aspetti primitivi e superati dallaciviltà borghese, ma anche in quelli assai apprezzati del folklore e dellareligiosità popolare. Quanto al linguaggio letterario, ho scritto moltiarticoli e libri sull’argomento, ma mi limiterò a sottolineare l’apporto dannunzianoall’ampliamento del lessico italiano, grazie al recupero di arcaismi eall’introduzione di suffissati di imitazione francese, ma attestati negliantichi dialetti e da lui sottolineati e spesso annotati nelle diverse copiedel dizionario Tommaseo-Bellini che possedeva. Il suo amore per la velocità,per l’automobile, per gli aeroplani, o, come egli li chiamò, i velivoli, lofece amare dai futuristi, ma lo avvicina inevitabilmente a noi, che viviamo inun mondo in cui gli spostamenti da una parte all’altra del globo sono ormaipossibili per tutti, come egli aveva intuito prima di tutti, excogitando pergli Agnelli di Torino la sigla FIAT. Ma soprattutto lo avvicina anoi il suo sapiente uso dei media, come nessun altro intellettualedel Novecento seppe fare al suo livello, perché riuscì abilmente a promuoverenon solo la sua opera letteraria, ma anche la sua stessa figura di uomo e dipolitico, costituendo, è vero purtroppo, un modello per i dittatori delNovecento, ma anche più recentemente in stati democratici per personaggi comeSwarzenegger, Berlusconi, Grillo, Trump, Zelenski. Infine, vorrò dire dueparole sul suo rapporto con la moda, perché è noto che si rivolgeva a calzolaie sarti per farsi realizzare calzature e abiti da lui disegnati, secondo ilgusto dandy e kitsch dell’epoca da lui stesso promosso.
PALAVRAS-CHAVE: Gabriele D'Annunzio; Eredità.
REFERÊNCIAS:
D’ANNUNZIO, G. Tutti i romanzi, novelle, poesie, teatro. Roma: Grande Tascabilo Economici, 2011.
GUERRA, Giordano Bruno. Gabriele D'Annunzio. La vita come opera d'arte. Rizzoli, 2023.